1/09/2007

AMBIENTE – CORTE DI CASSAZIONE: SENTENZE SUI RIFIUTI

Per informazioni rivolgersi a: Tecn. Amb. Mauro Pedrazzoli (mauropedrazzoli@atseco.it)

Reggio Emilia, 30 Settembre 2007

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che per distinguere il “sottoprodotto” dal rifiuto è necessario che il riutilizzo sia certo, che avvenga nel medesimo processo produttivo e senza trasformazioni preliminari, cioè senza modificazioni del carattere chimico o merceologico della sostanza.

La Corte di Cassazione, in due recenti sentenze, ha affermato che esiste continuità normativa tra la vecchia disciplina di cui al Decreto Legislativo n° 22 del 5 Febbraio 1997 e quella del nuovo codice ambientale, di cui al Decreto legislativo n° 152 del 3 Aprile 2006.

Nella sentenza 28158/2007, la Corte di Cassazione si è pronunciata in tema di smaltimento non autorizzato ed ha riconosciuto la medesima fattispecie delittuosa tra quella di cui all´articolo 260 del nuovo Testo Unico Ambientale, che verte sull´attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, e quella di cui all´ex articolo 53­bis della vecchia normativa.

Nella sentenza 18038/2007, la Corte di Cassazione si è pronunciata in tema di gestione non autorizzata di rifiuti ed ha riconosciuto la sussistenza del reato previsto dall´articolo 256, del nuovo Testo Unico Ambientale, che verte sull´attività di gestione di rifiuti non autorizzata, e quella di cui all´ex articolo 51 comma 1 della vecchia normativa.